NO AI BOTTI DI CAPODANNO

La Lega Abolizione Caccia del Friuli invita a non acquistare i botti di capodanno.
I fuochi artificiali sono causa di morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli. Chi ama la natura e gli animali preferisce il botto dello spumante.

Lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte causa agli animali danni inimmaginabili; negli uccelli un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo.

Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.

Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da trauma da spavento.

Va ricordato che cani, gatti e piccoli animali domestici si spaventano quasi a morte per i botti della notte di San Silvestro; ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana.

L’uomo ha un udito con una percezione compresa tra le frequenze denominate infrasuoni, intorno ai 15 hertz, e quelle denominate ultrasuoni, sopra i 15.000 hertz.

Cani e gatti, invece, dimostrano facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60.000 hertz mentre il gatto fino a 70.000 hertz.

A San Silvestro chi possiede cani e gatti deve seguire alcuni accorgimenti: se si tratta di gatti, è bene rinchiuderli in luoghi tranquilli (garage, bagno, ecc.), possibilmente chiudendo le finestre in modo che anche i bagliori, oltre ai rumori, siano diminuiti; comportarsi in modo del tutto normale, soprattutto nel caso dei cani, senza cercare di rassicurare e di accarezzare l’animale se questo mostra paura; se il cane vede che il proprietario non si agita, di conseguenza si sentirà più tranquillo.

La LAC pertanto invita i cittadini a non acquistare i botti in modo da salvare centinaia di migliaia di animali dalla morte, da probabili incidenti e da traumi da stress.

Chi malauguratamente avesse già acquistato i botti eviti almeno di utilizzarli con il buio (quando gli uccelli dormono nei vari ripari) ed in prossimità di alberi, cespugli e case dove sono tenuti cani, gatti ed animali domestici.

Non utilizzare i botti sarà un segno di civiltà e sensibilità anche nei confronti di tutti gli operatori, in particolar modo i Vigili del Fuoco, che il primo dell’anno devono intervenire per interventi di soccorso di animali rifugiatisi in ogni dove.

Non va dimenticati che i Carabinieri e la Polizia di Stato possono applicare nei confronti di tutti un articolo del codice penale, il 703, purtroppo dimenticato da molti ma comunque in vigore, che recita: ‘Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (… omissis …) accende fuochi d’artificio, o lancia razzi (… omissis…), o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a lire 200.000, se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese .

La LAC invita i cittadini a segnalare alle autorità l’abuso dei fuochi artificiali e gli episodi che potrebbero coinvolgere gli animali.

Si segnala una PETIZIONE ON LINE da sottoscrivere contro i BOTTI DI CAPODANNO:
http://www.firmiamo.it/noaibottidicapodanno.

Abbattimento della fauna cacciabile anche fuori stagione venatoria

In un periodo di tagli l'unica cosa che aumenta è la possibilità di uccidere gli animali, consentita anche al di fuori della stagione venatoria se verrà approvato l'art. 3 co. 4 del DDL. 92 (legge finanziaria 2010) in discussione in questi giorni. Detto articolo prevede infatti che in alcune Zone Cinofile sia consentito l'abbattimento della fauna cacciabile anche al di fuori della stagione venatoria, ovvero nella cosiddetta “annata venatoria”.
Le Zone Cinofile - quelle aree individuate per l'addestramento dei cani da caccia nell'ambito delle Riserve- diventeranno una zona franca dove gli animali liberati dagli allevamenti, che giuridicamente diventano appunto fauna selvatica, potranno essere uccisi in qualsiasi periodo
dell'anno. I pericoli sono evidenti, poiché inevitabile sarà il
disturbo provocato da queste attività in particolari periodi, ad esempio quello riproduttivo, periodo ordinariamente di chiusura della caccia.
Inoltre, quanto previsto dall'articolo 3 co. 4 è palesemente incostituzionale, poiché contrasta con la Legge quadro sulla caccia 157/1992, ove quest'ultima indica all'art. 18 l'arco temporale di abbattimento della fauna selvatica cacciabile tra la terza di settembre e il 31 gennaio, senza distinzione se la stessa sia nata in un allevamento o meno, in zona cinofila o meno. La previsione contenuta dal suindicato DDL contrasta, inoltre, con l'art. 30 L. 157/1992 che sanziona penalmente l'esercizio venatorio al di fuori dei periodi previsti. La Regione avrebbe dovuto fare tesoro di quanto contenuto nella Sentenza n. 165 del 2009 della Corte Costituzionale, ove, nel dichiarare incostituzionale i co. 8 e 9 dell' art. 23 della L.R. FVG
6/2008, ha enunciato un importante principio di diritto anche in ordine all'abbattimento della fauna selvatica compiuto in funzione dell'addestramento dei cani, ritenendo illegittimo l'estensione dell'abbattimento di animali anche d'allevamento al di fuori della stagione venatoria.
La LAC Sezione del Friuli Venezia Giulia chiede ai consiglieri di non approvare questa norma illegittima e che mette in ulteriore pericolo gli animali liberi di questa regione.

La distruzione della natura nel Friuli Venezia Giulia: le politiche di spesa della Regione

Mentre gli Stati di tutto il mondo sono riuniti per far fronte all’emergenza climatica, che vede parchi e riserve naturali rappresentare una significativa risposta alla crescita delle emissioni (ben il 15% della CO2 è stoccato nelle aree protette), e mentre sta per iniziare il 2010, anno mondiale della biodiversità, la Regione Friuli Venezia Giulia decide di perseguire politiche in scandalosa controtendenza.

Le previsioni di spesa per il 2010 collocano infatti i trasferimenti regionali ai due parchi regionali sui 630.000 euro per il Parco delle Dolomiti Friulane (che ha potuto godere, dal 1997 al 2009, di un lieve incremento di entrate pubbliche, dal milione di euro iniziale a 1.400.000 euro circa) e sui 570.000 euro per il Parco delle Prealpi Giulie (che nel periodo tra il 1997 e il 2009 è passato dagli iniziali 800.000 euro a 1.140.000). Siamo quindi di fronte a un taglio del 50% compiuto su bilanci comunque esigui.
Le spese previste per il mantenimento del delicatissimo sistema dei prati stabili passano da 110.000 euro a zero.
Da 50.000 euro a zero passano anche le spese per studi e attività tecnico-faunistiche, finalizzate, tra l’altro, alla predisposizione del Piano faunistico, strumento strategico per la gestione faunistica regionale. La stazione biologica dell’isola della Cona vede le proprie risorse falcidiate: da 100.000 a 20.000 euro.
Quanto alle risorse destinate a finanziare le Riserve naturali regionali (piani di conservazione e sviluppo, attività di gestione), ad acquisire al patrimonio regionale biotopi e altre aree di interesse naturalistico, e a svolgere attività rivolte al mantenimento e incremento della biodiversità, alla fruizione didattica del patrimonio naturalistico e alla ricerca, esse passeranno da circa 1.766.000 euro nel 2009 a 130.000 euro nel 2010!!
Complessivamente il settore parchi, riserve naturali, aree protette, beni ambientali e paesaggistici, passa da 5.392.459,39 a 1.898.526,14 euro.

Detto in altri termini: viene di fatto smantellata, con una contrazione dell’80% dello stanziamento, la rete di tutela ambientale presente in Friuli Venezia Giulia, già sottodimensionata rispetto alla media nazionale nonostante il fatto che la Regione sia caratterizzata per un verso da modesta pressione antropica e dall’altro da eccezionale biodiversità.
Con ciò viene preclusa ogni possibilità di riorientare nella direzione della sostenibilità attività economiche quali l’agricoltura e il turismo, con pesanti ricadute anche occupazionali; si pensi al decennale lavoro di promozione delle strutture espositive e didattiche a livello europeo: i centri visite, che dovrebbero richiamare turisti e mettere in moto l'economia locale, dovranno ora essere chiusi!

Se non bastasse, la Giunta ha azzerato la vigilanza ambientale sull’intero territorio bloccando l’assunzione di guardie forestali abilitate da un recente concorso pubblico regionale, omettendo di costituire il previsto corpo unico di vigilanza ambientale e addirittura equiparando ruolo, formazione e compiti delle guardie faunistiche e venatorie dipendenti delle Province a quelli dei vigili urbani.

Associazioni ambientaliste, operatori del settore, naturalisti sono stanchi di vedere i risparmi di bilancio attuati sempre a spese della tutela della natura e della difesa del territorio, il settore già di gran lunga e senza paragone il meno finanziato dalla Regione.
E sono stanchi di vedere che, all’inverso, settori che contribuiscono oggettivamente alla devastazione ambientale, come ad esempio quello delle infrastrutture viarie e quello delle stazioni sciistiche, riescono a fruire, sempre, di stanziamenti colossali.
In tutto questo c’è qualcosa di vetusto e, senza offesa, di culturalmente mediocre.

La Lac, sezione del Friuli Venezia Giulia, aderisce alle espressioni di protesta e riprovazione manifestate dalle associazioni ambientaliste WWF, Lipu e Legambiente contro i tagli pari al 50% operati dall'amministrazione Tondo ai parchi e alle riserve regionali regionali (delle Dolomiti Friulane, delle Prealpi Giulie, dell'Isola della Cona). Si tratta di una scelta politica che denuncia la totale estraneità dell'attuale amministrazione regionale alle tragiche problematiche che investono il pianeta e che in questi giorni sono oggetto di dibattito al vertice di Copenaghen. Mentre gli Stati del mondo sono strenuamente impegnati nella ricerca di un accordo finalizzato alla salvaguardia della vita sulla Terra, il governo regionale sottrae preziose risorse necessarie alla tutela di un patrimonio che è ricchissimo di biodiversità e che permette di contrastare il pesante impatto dell'inquinamento; risorse che dovrebbero essere invece investite in iniziative di promozione culturale e in attività didattiche, allo scopo di far scaturire consapevolezza e responsabilità in tutti i cittadini e in quelli che saranno gli uomini di domani. Incuranti del dissesto ecologico e assolutamente privi di lungimiranza, gli amministratori del FVG eliminano funzionari altamente specializzati nella tutela del territorio, annientano l'attività dei centri visita, ignorando il fatto che puntare sul turismo, con una saggia politica di conservazione e valorizzazione dell'ambiente naturale, significa creare posti di lavoro e acquisire fonte di introiti per le casse degli enti territoriali.

IMPARARE DAGLI ANIMALI


Sabato 28 novembre 2009, ore 16:00, presso la sala conferenze
dell' ex convento di San Francesco, Piazza della Motta, Pordenone,
presentazione del libro di Stefano Cagno
IMPARARE DAGLI ANIMALI,
guardare più in alto e più lontano per un mondo migliore.


EARTHLINGS














Venerdì 13 novembre, alle ore 21:00, presso la sala conferenze dell'ex convento di San Francesco, a Pordenone, avrà luogo la proiezione di EARTHLINGS.
L'ingresso è libero.

EARTHLINGS (Terrestri) è un documentario sull'assoluta dipendenza dell'umanità dagli animali (usati come compagnia, come cibo, come vestiario, per divertimento e per la ricerca scientifica) ma illustra anche la nostra completa mancanza di rispetto per questi cosiddetti "fornitori non umani". Il film è narrato dall'attore Joaquin Phoenix, candidato due volte al premio Oscar e vincitore di un Golden Globe nel 2006, e la colonna sonora è di Moby, artista acclamato dalla critica.
Attraverso uno studio approfondito svolto all'interno di negozi di animali, allevamenti di animali domestici, rifugi, ma anche negli allevamenti intensivi, nell'industria della pelle e della pelliccia, in quella dello sport e dell'intrattenimento, e infine nella professione medica e scientifica, EARTHLINGS usa telecamere nascoste e filmati inediti per tracciare la cronaca quotidiana di alcune delle più grandi industrie del mondo, che basano i loro profitti interamente sugli animali.
Potente e informativo, EARTHLINGS è un film che fa riflettere ed è finora il più completo documentario mai prodotto sulla correlazione tra la natura, gli animali e gli interessi economici degli umani. Ci sono molti film ben fatti sui diritti animali, ma questo li supera tutti.

Territorio per la protezione della fauna selvatica

I presidenti nazionali delle associazioni ambientaliste WWF, Legambiente, Lipu, Lac e Lav intimano alla Regione Friuli Venezia Giulia, in persona del Presidente pro tempore, di provvedere immediatamente a destinare una quota dal 20 al 30 per cento del territorio regionale, fatta eccezione per il territorio delle Alpi, a protezione della fauna selvatica, avvisando sin d’ora che, diversamente da un tanto, si adiranno le vie giudiziarie più opportune a miglior tutela della fauna selvatica e dell'ambiente.
Questo perchè, a seguito dell’approvazione della legge regionale n. 13/2009, il territorio regionale di pianura e di mare è stato illegittimamente definito come “Zona faunistica delle Alpi”, evitando così di interdire alla caccia, destinandolo a protezione, solo il 10% della superficie agro-silvopastorale, anziché almeno il 20%!!!
Questo significa che 45000 ettari di campagna, che dovrebbero essere oasi di pace dove la fauna non subisce la caccia, sono invece inammissibilmente percorsi dalle doppiette, che conseguentemente prelevano animali che dovrebbero invece essere protetti. In pratica migliaia fra mammiferi e uccelli, fra cui anche specie in rapido declino numerico, prelevate per effetto di una “autorizzazione” rilasciata da una autorità (la Regione) che non ne ha la competenza. Ci chiediamo come si possa prelevare illegittimamente il Patrimonio indisponibile dello Stato senza che alcuna autorità giudiziaria intervenga o che almeno, in attesa della nuova sentenza della Corte costituzionale, venga applicata la necessaria sospensiva. Sentenza che non può che confermare quanto già stabilito per l'identica norma (contenuta nella l.r. n. 6/2008) già bocciata nella primavera 2009. Ci chiediamo se i responsabili del danno patrimoniale saranno chiamati a risarcire la perdita di un bene di tutti. In caso contrario, si verificherebbe una profonda ingiustizia, visto che, come l'Assessore alle risorse agricole naturali e forestali Violino ha esplicitato, l'illegittimità della norma era palese, e per di più, anche il Presidente della Regione Tondo ha confidato nei tempi lunghi della giustizia per consentire illecitamente lo svolgimento di tutta la stagione venatoria senza che venga individuata la necessaria superficie di protezione.

Il comportamento scorretto di chi è stato delegato ad amministrare i beni pubblici, oltre a causare la perdita del patrimonio faunistico, non può che portare alla disaffezione verso le Istituzioni.

"SOSPENDERE IMMEDIATAMENTE LA STAGIONE VENATORIA"

Lo chiedono le associazioni ambientaliste a seguito della clamorosa impugnazione della legge comunitaria regionale da parte del governo.

Sospendere immediatamente la stagione venatoria 2009-2010: lo chiedono con forza Wwf, Legambiente, Lipu, Lac e Lav a seguito della decisione del Consiglio dei ministri di impugnare, proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, la legge regionale 13/2009 (la cosiddetta “legge comunitaria”, in quanto prevede disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità europea), nella parte relativa alla caccia.

Secondo il governo, la legge 13 è illegittima in quanto “disciplina la cacciabilità di alcune specie intervenendo in un ambito precluso alla competenza regionale e sottopone, seppur transitoriamente, l’intera Regione Friuli Venezia Giulia al regime giuridico della zona faunistica delle Alpi, limitando la quota di territorio da destinare a protezione della fauna selvatica”.

Nel dettaglio, due sono gli articoli impugnati: l'art.37 sulla cacciabilità degli uccelli selvatici, in quanto alla Regione Friuli Giulia, senza peraltro indicare alcun organo scientifico di controllo né a livello regionale né nazionale, competenze che non le sono proprie, quali quelle di ampliare l’elenco delle specie ; e l'art. 48, che estende a tutto il territorio regionale la zona faunistica delle Alpi.

Dopo la legge regionale 6/2008 sulla caccia, le associazioni di protezione ambientale avevano infatti promosso un ricorso su vari punti della norma ed in particolare sull'estensione a tutto il territorio regionale della zona faunistica delle Alpi, che prevede una percentuale di territorio protetto inferiore a quella prevista nel restante territorio.
Il ricorso era stato accolto dalla Corte costituzionale, la quale aveva ritenuto che la scelta di estendere la zona faunistica delle Alpi a tutto il Friuli Venezia Giulia limitasse immotivatamente la protezione della fauna e aveva perciò cassato la legge.

Di fronte al vuoto normativo creatosi, che rischiava di non consentire l'avvio della stagione venatoria a poche settimane dal suo inizio, la maggioranza dei consiglieri regionali ha pensato bene di correre ai ripari inserendo nella legge comunitaria regionale un articolo che estende nuovamente la zona faunistica delle Alpi a tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia, anche se solo fino al 31 gennaio 2010, cioè fino al termine della stagione di caccia.

In sostanza, denunciano gli ambientalisti, pur di permettere ai cacciatori di imbracciare le doppiette, i consiglieri regionali che hanno votato la l.r. 13/2009 hanno gravemente ignorato una sentenza della Corte costituzionale, consentendo l'abbattimento di migliaia di animali selvatici in assenza delle condizioni previste dalla legge, con il rischio di provocare un danno irreparabile al patrimonio faunistico della regione.
Da qui la richiesta delle associazioni di sospendere la caccia finché non saranno ristabilite tali condizioni.
(Non solo. Di fronte all'arroganza della giunta Tondo - che ha adottato queste norme confidando che un eventuale e atteso ricorso non avrebbe sortito effetti per tempo - le associazioni procederanno impugnando tutti gli atti amministrativi di approvazione dei piani di abbattimento delle riserve di caccia, chiedendo il provvedimento tutelare della loro immediata sospensione).

Le disposizioni regionali appena impugnate dal Consiglio dei ministri rappresentano un altro preoccupante segnale di come la giunta Tondo sia prostrata alle esigenze venatorie.
Le associazione hanno già recentemente rilevato come il Comitato faunistico regionale, l'organo che indirizza le politiche di protezione della fauna e di gestione venatoria dell'Amministrazione regionale, che dovrebbe per legge rappresentare tutti i relativi portatori d'interesse, è in realtà monopolizzato dai cacciatori, e questo perché l’assessore regionale ed il direttore del servizio competente hanno scelto di farsi rappresentare da due esponenti del mondo venatorio.

Nella nostra regione, concludono le associazioni, non solo si affida ai cacciatori il compito di indirizzare le politiche di tutela e di studio della fauna, ma si arriva persino ad ignorare una sentenza della Corte costituzionale pur di assicurare l'inizio della stagione venatoria, confermando il prevalere degli interessi delle doppiette su quello della protezione dell'ambiente. Sancito dalla legge 157/1992.

1-7 OTTOBRE SETTIMANA VEGETARIANA MONDIAL

Nella prima settimana di ottobre viene organizzata la Settimana Vegetariana Mondiale, con eventi e iniziative in molte città del mondo per diffondere lo stile di vita vegan e vegetariano, informando le persone sui tanti vantaggi di questa scelta e facendo loro assaggiare le delizie della cucina vegan.

Il sito ufficiale dell'evento è www.VegetarianWeek.org. Per l'Italia, AgireOra Network - www.AgireOra.org - aderisce proponendo varie iniziative agli attivisti vegan e vegetariani, che nel week-end del 3-4 ottobre scenderanno in piazza per distribuire volantini, far assaggiare cibo vegan, rispondere alle domande delle persone interessate a fare questa scelta, e fornire materiali informativi di approfondimento.

A Pordenone un tavolo informativo della Settimana Vegetariana si terrà sabato 3 e domenica 4 ottobre, dalle 15 alle 19, in Piazzetta Cavour.
Questo tavolo è organizzato da attivisti OIPA Italia Onlus-Sezione di Pordenone e di Lega per l'Abolizione della Caccia-Sezione del Friuli Venezia Giulia che saranno presenti per dare una testimonianza sull'importanza e sui benefici dell'alimentazione vegetariana, risponderanno alle domande delle persone interessate a fare questa scelta e distribuiranno volantini e materiali informativi di approfondimento. Sarà anche possibile firmare la petizione "Stop Sussidi UE agli allevatori", un'iniziativa del Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione.

Tutte le informazioni per partecipare si trovano alla pagina:
http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=800

Come recita il volantino ufficiale, essere vegetariani e vegan significa non mangiare animali e i loro prodotti (nel caso della scelta vegan), perché:

E' giusto - Così non si fanno soffrire e non si uccidono animali per usarli come "ingredienti" per i nostri piatti.

E' il futuro per l'ambiente - Il futuro, già a breve termine, non consentirà consumi di carne (pesce compreso), latte, uova pari a quelli attuali, perché la produzione di questi alimenti ha un impatto ambientale devastante e non ci sono abbastanza risorse sulla Terra per permetterlo.

E' il futuro per il mondo - Gli sprechi di vegetali, terreno, energia, acqua, a livello globale, pesano soprattutto sui paesi più poveri e "rubano" le loro risorse. Il numero di affamati aumenta ogni anno, oggi siamo a quasi un miliardo. Passare a un'alimentazione a base vegetale è la soluzione più concreta per aiutarli.

E' il futuro per la nostra salute - Una drastica diminuzione del consumo di alimenti animali e un aumento di cereali, legumi, verdura e frutta è l'unica strada che può salvarci dalle "malattie del benessere" invalidanti, di cui oggi si muore.

La scelta vegetariana è facile, "naturale" - Gli allevamenti intensivi sono la cosa più artificiale del mondo - cosa c'è di più innaturale del trattare come macchine degli esseri senzienti, e inquinare a dismisura il pianeta in questo processo di "produzione"?

E' una scelta per tutti - Non esiste un "credo" politico o religioso, un carattere o un modo di comportarsi e di parlare, un modo di vestire o un aspetto fisico, una fascia d'età o un tipo di "cerchia sociale" che accomuni tutti i vegan e vegetariani.

Sono tante le persone che si stanno rendendo conto di questo, ogni anno di più.

Per maggiori informazioni sulla scelta veg, www.VegFacile.info per diventare vegan passo passo, in modo facile!

STAGIONE VENATORIA 2009/2010

Si apre la stagione venatoria e i principali quotidiani nazionali divulgano la notizia di un cacciatore ucciso dopo una lite per una lepre.

Lecco, cacciatore ucciso da collega dopo una lite per una preda

LECCO - Una battuta di caccia sui monti che sovrastano Lecco, questa mattina, si è conclusa con un omicidio: secondo le primissime informazioni due cacciatori si sono affrontati nel bosco dopo l'uccisione di una lepre. Entrambi rivendicavano il possesso della preda. A un certo punto uno dei due cacciatori è stato colpito da una fucilata sparata dall'altro che a sua volta è rimasto ferito, in modo non grave, da un colpo esploso dalla vittima. Ancora da chiarire l'esatta dinamica dell'episodio sul quale sono ora in corso indagini da parte della Questura di Lecco.
(20 settembre 2009)

Perfino i giornali evidenziano come l'attività venatoria sia pericolosa anche per gli esseri umani.

FIACCOLATA CONTRO LA CACCIA

La Lac del Friuli invita tutti a sfilare in una FIACCOLATA CONTRO LA CACCIA che si snoderà per le vie del centro di Verona SABATO 19 SETTEMBRE A VERONA RITROVO ORE 20.30 IN PIAZZA BRA’ (angolo via Roma).
L'apertura della stagione venatoria rappresenta l'inizio del massacro di milioni di animali. La caccia è una barbara tradizione che non ha più alcuna motivazione di esistere. Più dell’80% degli italiani è contrario alla caccia, oltre ai milioni di animali, ogni anno muoiono più di 50 persone a causa di questo sanguinario”sport”. Poche centinaia di migliaia di persone dettano legge nel campi e nei boschi di proprietà dello Stato e di privati che non possono ancora impedire che i cacciatori entrino nelle loro proprietà.
Tonnellate di piombo sparse sul territorio avvelenano la terra, i corsi d’acqua e gli animali acquatici.
Verranno consegnate a tutti una fiaccola per accendere insieme una luce di speranza affinché sempre più persone diventino coscienti che ogni forma di vita ha valore e che l’uomo non è in grado di regolamentare la natura portando morte, dolore e paura fra gli esseri che la abitano!

736 esima SAGRA DEI OSEI


La Lega per l'Abolizione della Caccia Sez. del Friuli
Venezia Giulia non può che rimanere sconcertata di fronte
alle parole del Sindaco di Sacile, richiamate dalla stampa
locale, con le quali il primo cittadino ha definito la
Sagra degli Osei “una festa della natura”. Non resta che
chiedersi dove fosse il Sindaco Ceraolo mentre migliaia di
animali se ne stavano rinchiusi in minuscole gabbie con il
caldo torrido, insopportabile per le stesse persone
presenti.

Posto che al Sindaco sono sfuggite certe esemplari immagini,
divulghiamo le foto scattate domenica 16 agosto, auspicando
che lo stesso non ritrovi la festa della natura nei
coniglietti, ammassati uno sull'altro, che alle 2 del
pomeriggio invocano fresco ed aria, o nei pappagalli che non
possono nemmeno mettere le zampe sul posatoio per mamcanza
di spazio, oppure nel merlo che, al posto delle piume, ha
sul capo una grande crosta etc. etc.

Invitiamo, infine, i cittadini di Sacile che ancora si
ostinano a voler questo tipo di sagra, fortunatamente la
minoranza, ad osservare questi animali ed a domandarsi se
tutto ciò non debba finire.

E' stato realizzato un video con le immagini
in questione, pubblicato su You Tube al seguente indirizzo

http://www.youtube.com/watch?v=tCgDsWuykiQ

736 esima SAGRA DEI OSEI




La Sagra dei Osei (Sagra degli uccelli) è una fiera che si svolge annualmente a Sacile la prima domenica dopo Ferragosto, quest'anno il 15-16 agosto. L'edizione del 2008 ha avuto oltre 24 mila visitatori paganti. Incentrata sull'esposizione e sul mercato di uccelli da canto, ha raggiunto la 736esima edizione: figura perciò tra le più antiche sagre popolari d'Italia.
Oggi la Sagra dei Osei - Mercato Esposizione Nazionale Uccelli, con il suo concorso canoro, celebre in tutta Europa con la presenza di migliaia di uccelli, rappresenta la più importante manifestazione avicola europea. Durante la manifestazione vengono premiati gli uccelli identificati come migliori cantori per le singole categorie e viene eletto il "TORDO NAZIONALE".
E' ora di dire basta, dando voce a queste creature costrette a "cantare" il loro pianto disperato in una gabbia.
Piccoli uccelli vengono allevati per vivere in gabbia ed allietare con il loro canto e la loro bellezza un pubblico che ignora totalmente il loro diritto ad essere liberi.
Si tratta di uccelli migratori (tordi sasselli, tordi bottacci, allodole, colombacci, merli) ed uccelli esotici (canarini, pappagalli...) ai quali generazioni di allevamento e gabbie non hanno tolto lo spirito selvaggio e sopratutto la voglia di volare.
Visitare le fiere degli uccelli fa stringere il cuore: centinaia e centinaia di metri di gabbiette anguste, con i loro piccoli prigionieri, che non possono volare via.
La F.I.M.O.V. (Federazione Italiana Manifestazioni Ornitologico Venatorie) e' in Italia la maggiore promotrice ed organizzatrice di fiere ornitologico venatorie. Si tratta di un'organizzazione composta da cacciatori, ovvero persone che nel loro tempo libero amano armasi di fucile e sparare ad altri esseri viventi, e che detengono in gabbie estremamente piccole uccelli usati a scopo venatorio e per mostrarli e farli gareggiare alle fiere da loro organizzate.

Vi chiediamo di unirvi a noi esprimendo il vostro dissenso verso la Sagra dei Osei di Sacile: bastano poche righe, senza insulti ma con fermezza, meglio se scritte di vostro pugno... l'importante è mandarle per conoscenza ai giornali locali (altrimenti tutte le nostre mail finirebbero certamente in un cassetto della Pro Loco di Sacile).

Potete scrivere a :

info@prosacile.com

e per conoscenza agli organi di stampa

pordenone@messaggeroveneto.it
pordenone@gazzettino.it


è anche possibile inviare un messaggio al Sindaco di Sacile Roberto Ceraolo http://www.comune.sacile.pn.it/index.php?page=sindaco


Per info su questa sagra e in generale sull'argomento:

http://www.pordenonewithlove.it/index.php//Eventi/Sagra-dei-osei
http://www.tradizioniviolente.org/fiere1.html
http://www.tradizioniviolente.org/fiere2.html

COMITATO FAUNISTICO REGIONALE A FAVORE DEI CACCIATORI

Associazioni di protezione ambientale chiedono che si rivedano urgentemente le nomine nel Comitato faunistico regionale, riequilibrando le componenti in armonia con i principi di trasparenza ed imparzialità che devono contraddistinguere la Pubblica Amministrazione.
L'organo che indirizza le politiche di protezione della fauna e di gestione venatoria dell'Amministrazione regionale, che dovrebbe per legge rappresentare tutti i relativi portatori d'interesse, è in realtà monopolizzato dai cacciatori, e questo perché la Regione Friuli Venezia Giulia ha scelto di farsi rappresentare da due esponenti del mondo venatorio, alterando così l'equilibrio tra cacciatori e non cacciatori previsto in seno al Comitato in questione.
Guardando ai numeri, si scopre infatti che dei 14 membri del Comitato, ben 9 sono esponenti del mondo venatorio, tramutando così anche l'ultimo luogo di possibile equilibrato confronto nell'ennesimo monopolio ad appannaggio del mondo della caccia: oltre ai rappresentanti delle tre associazioni venatorie, sono infatti cacciatori anche i membri designati dalle associazioni degli enti locali (Enzo Bortolotti e Roberto De Prato), dalle associazioni agricole (Giorgio Colutta) e dall'Ispra (Franco Perco). A questi la Regione ha pensato bene di affiancare – in qualità di presidente e vicepresidente (cariche di nomina regionale) – altre due doppiette: Mirko Bellini (cacciatore segugista, presidente su delega dell'assessore Violino) e Andrea Cadamuro, delegato a rappresentare il Servizio Tutela ambienti naturali e fauna.
Questi signori hanno non solo il compito di fornire proposte e indicazioni per il corretto prelievo delle specie cacciabili, ma anche quello di stabilire gli indirizzi per le iniziative di protezione dell'orso, della lince e di qualsiasi altra specie protetta di rilevanza naturalistica. In sostanza, la Regione Friuli Venezia Giulia affida alle doppiette non solo l'ordinaria gestione venatoria, ma anche il compito di indirizzare le politiche di tutela e di studio della fauna che è, vogliamo ricordarlo, patrimonio di tutti e non solo di chi la uccide.
Ricordiamo infine che tali nomine regionali risultano in totale spregio del principio della necessaria compresenza di interessi diversi all'interno degli organi di gestione della materia faunistico-venatoria, principio fissato dalla legge 157/1992 e recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale, che ha "impallinato" la legge regionale 6/2008 proprio nelle parti in cui non rispettava tale principio.

In vista di ciò, le associazioni ambientaliste chiedono all'assessore un intervento per ripristinare gli equilibri previsti dalla legge all'interno del Comitato faunistico.

I componenti del Comitato:

Non cacciatori

Stefano Sponza (designato dall’Università di Trieste), Piero Susmel (designato dall’Università di Udine), Maurizio Rozza (designato dalle associazioni ambientaliste), Gianfranco Urso (designato dall'Enpa), Andrea Lugo (designato dalle associazioni agricole).

Cacciatori

Mirko Bellini - presidente (designato dalla Regione), Andrea Cadamuro - vicepresidente (designato dalla Regione), Giorgio Colutta (designato dalle associazioni agricole), Renzo Corso (designato dai distretti venatori), Vittorino Dorotea (designato dai distretti venatori), Roberto De Prato (designato da Anci, Upi e Uncem), Enzo Bortolotti (designato da Anci, Upi e Uncem), Fabio Merlini (designato dalla Federazione associazioni venatorie), Franco Perco (designato dall'Ispra).

Le sezioni regionali di Wwf, Lipu, Lac (lega per l’abolizione della caccia), Lav (lega antivivisezione) e Legambiente

NON C'E' TREGUA PER LA FAUNA SELVATICA

APPROVATI NELLA SEDUTA DEL 18 GIUGNO DAL CONSIGLIO REGIONALE
PERICOLOSISSIMI EMENDAMENTI NELL'AMBITO DELLA LEGGE
COMUNITARIA.
I CONSIGLIERI REGIONALI DI LEGA NORD, PDL E UDC ANCORA UNA
VOLTA CORTEGGIANO I CACCIATORI E SE NE INFISCHIANO CHE
VENGANO STERMINATI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI ANIMALI

Il tempo di mettere in pericolo la fauna selvatica del
Friuli Venezia Giulia non è mai finito!!
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia nell'ambito
della legge comunitaria ha infatti stabilito di dare il via
libera alla caccia di specie non cacciabili in tutto il
resto d'Italia, come diverse specie di anatidi, gli
storni o le tortore dal collare orientale.

Le associazioni animaliste ed ambientaliste del Friuli
Venezia Giulia non si aspettavano questo nuovo attacco
all'integrità dell'ecosistema della regione, soprattutto
dopo la recentissima sentenza della Corte Costituzionale che
ha letteralmente demolito l'impianto normativo che
disciplina la caccia in questa Regione, pensando,
evidentemente a torto, che le diverse figuracce ed i già
altissimi costi sostenuti per favorire pochi cacciatori
inducessero a maggior prudenza.

Evidentemente alla politica poco interessa della
conservazione della fauna, basti pensare che con un altro
emendamento è stato attribuito alle province, in luogo
delle regioni - come prevede invece la legge quadro
nazionale – la competenza ad emanare le autorizzazioni
per sterminare volpi, cinghiali e corvidi (leggi cornacchie
grigie, gazze e ghiandaie). Quanto sopra nell'ambito
dell'applicazione della legge comunitaria che tutela gli
uccelli selvatici, la cui parte applicata - ancora una volta
da questa regione faunofoba - è proprio quella che la
disapplica.
Ovviamente anche questa volta, come nel passato, non staremo
a guardare e faremo il possibile perché questi
provvedimenti normativi vengano nuovamente bocciati dalla
Consulta impugnando, nel frattempo, gli atti amministrativi
che disporranno gli abbattimenti, oltre a segnalare le norme
direttamente alla Commissione Europea.
Inoltre, pare doveroso porre all'attenzione dell'opinione
pubblica che i costi di questi procedimenti graveranno
inevitabilmente su tutti i cittadini.
Esempio ne è la sentenza del 5 giugno 2009 del TAR Friuli
Venezia Giulia che, nel dichiarare illegittima la cattura
degli uccelli con le reti - caldeggiata dalla Provincia di
Pordenone -, ha condannato la Regione Friuli Venezia Giulia
stessa e la Provincia di Pordenone a risarcire le spese di
giudizio sostenute dalla Lega per l'Abolizione della Caccia
e dal WWF.

Per Le associazioni firmatarie

Per il WWF FVG

Per la LIPU FVG

Per la LAC FVG

Per la LAV Sezione del FVG

NIENTE UCCELLAGIONE

Niente uccellagione. Nemmeno per piccole quantità di
volatili e per finalità "culturali". Stavolta non lo dice
la Corte costituzionale, che ha appena annullato diffuse
parti della legge regionale sulla caccia, bensì il Tar di
Trieste: ieri ha accolto un ricorso presentato dalla Lac
(Lega per l’abolizione della caccia) e dal Wwf contro la
Regione, la Provincia di Pordenone e l’Associazione
ornitologica friulana sagre e fiere venatorie. I magistrati
hanno annullato il provvedimento regionale di deroga per la
cattura e detenzione di uccelli in piccola quantità del 24
ottobre 2008 (così come parzialmente modificato 6 giorni
dopo), con il quale si autorizzava la cattura e la
detenzione in vita di 50 capi di varie specie allo scopo di
cessione ad espositori in fiere ornitologiche
dell'associazione chiamata in causa. La Regione aveva
motivato la decisione con «l’esigenza di catturare e
detenere in vita degli uccelli per cederli ad espositori in
occasioni di fiere ornitologiche», disattendendo con tale
condotta - secondo gli animalisti - un parere espresso
dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica.
L’istituto rilevava in particolare che «non è
possibile determinare in modo oggettivo e scientificamente
solido le "piccole quantità" prelevabili». La posizione
è stata successivamente ribadita dall'Istituto superiore
per la protezione e ricerca ambientale (subentrato
all'Infs), il quale ha sottolineato che «è possibile
insegnare il canto ai soggetti nati in cattività
ricorrendo a registrazioni facilmente reperibili sul mercato
o selezionare esemplari prodotti dagli allevamenti».
Invece sulla scorta del provvedimento della Regione,
il 6 novembre 2008 la Giunta provinciale di Pordenone
«deliberava di dare applicazione al provvedimento
autorizzativo regionale - si legge nella sentenza -
motivandolo con la necessità di mantenere vive le
tradizioni risalenti alle nostre lontane origini rurali, di
riattivare bressane e roccoli storici» e di «utilizzare
i soggetti catturati come maestri di canto per gli esemplari
nati in cattività che avrebbero partecipato alle numerose
fiere ornitologiche in Friuli Venezia Giulia e delle regioni
contermini». Il Tar, in calce a un torrente di
considerazioni giuridiche, spiega che le misure impugnate
sono annullate in quanto violano la legge regionale 14 del
2007 e la Direttiva europa 409 del 1979: vi si prescrive che
eventuali deroghe al divieto di uccellagione sono possibili
solo in assenza di alternative al prelievo di esemplari
dalla natura e per le non numerose finalità consentite,
che vanno dalla salute pubblica alla sicurezza aerea, fino
agli scopi scientifici e didattici.
dal gazzettino di Pordenone
Maurizio Bait

ALIMENTAZIONE: SALUTE E IMPATTO AMBIENTALE

Questo è il titolo dell'interessante incontro-dibattito, organizzato
dalla Sezione Friulana dalla L.A.C. (Lega per l'abolizione
della Caccia) e tenutosi sabato pomeriggio a Pordenone nella
sede di palazzo Gregoris. La conferenza, moderata dalla
responsabile locale della L.A.C. Avv. Alessandra Marchi, ha
avuto quali protagonisti in veste di relatori la DOTT.SSA
LUCIANA BARONI, medico, specialista in Neurologia, Geriatria
e Gerontologia, esperta di nutrizione vegetariana,
presidentessa della Società Scientifica di Nutrizione
Vegetariana e PROF. GIANNI TAMINO, docente di Biologia
Generale presso l' Università degli Studi di Padova,
esperto in materia ambientale, dei rifiuti, dell'energia,
della sostenibilità e delle biotecnologie, Membro della
Camera dei Deputati dal 1983 al 1992 e del Parlamento
Europeo dal 1995 al 1999.
La dott.ssa Baroni ha illustrato puntualmente e con
efficacia le gravi conseguenze provocate sulla salute umana
dal consumo sempre più smisurato di carne e di prodotti
animali da parte della stragrande maggioranza dei paesi
occidentali. Infatti, arteriosclerosi, ipertensione, cancro
e obesità sono le malattie croniche che affliggono gli
abitanti dei paesi ricchi; l'arteriosclerosi e l'obesità,
inoltre, si manifestano sempre più spesso nell'età
infantile proprio a causa dell'assunzione di cibi grassi.
Contro il rischio di queste patologie c'è una soluzione
semplicissima, ma ancora poco conosciuta e divulgata dagli
stessi medici: la dieta vegetariana o vegana associata
all'attività fisica. La dott.ssa Baroni è stata chiara:
una dieta vegetariana ridurrebbe, in Italia, del 26% la
mortalità causata dalle malattie cardiovascolari. Inoltre,
le stesse linee guida per la prevenzione dei tumori
sottolineano l'importanza di una dieta a base vegetale. Gli
effetti benefici della dieta vegetariana sono inequivoci
anche con riferimento a malattie quali l'obesità, il
parkinson e l'osteoporosi.
A sua volta, il prof. Tamino ha analizzato il rapporto fra
dieta alimentare dei paesi occidentali e ambiente,
individuando nella presenza degli allevamenti intensivi e
nell'eccessivo consumo di carne (oltre 100 grammi al giorno)
una delle cause principali del disastro ambientale. Basti
pensare che gli animali da allevamento producono un'enorme
quantità di metano, che contribuisce ad un quinto delle
emissioni totali di gas serra. Per produrre 1 kg di manzo si
inquina di più che far circolare 3 auto per un giorno
intero! Inoltre, per produrre mezzo chilo di carne di maiale
sono necessari 14.910 litri d'acqua e per mezzo chilo di
carne di manzo ben 47.700 litri.
Oltre a ciò – dice Tamino – il consumo di carne è
una delle cause fondamentali della morte per fame di milioni
di esseri umani dei paesi poveri. Territori sempre più
vasti di questi paesi vengono, infatti, sottratti alle
foreste per la coltivazione di cereali, destinati agli
animali degli allevamenti che andranno a riempire le pance
già sazie degli occidentali, anziché le popolazioni
africane, del sud est asiatico, e dell'America Latina. Si
consideri che 1 ettaro di terreno coltivato a soia produce
1800 chili di proteine vegetali, adibito a pascolo e
allevamento produce appena 60 chili di proteine animali.
Tutto ciò non potrà che generare guerre e carestie. Se
tutta l'umanità, infatti, volesse, al pari dei paesi
occidentali, consumare 80 kg di carne pro capite all'anno,
sarebbe necessaria una superficie tripla rispetto a quella
del pianeta Terra. E visto che noi occidentali non possiamo
arrogarci il diritto di essere gli unici a nutrirci di
animali, l'unica soluzione possibile è ridurre
drasticamente il consumo della carne nelle nostre diete.
L'adozione di una dieta vegetariana ridurrebbe di 3/4 volte
il fabbisogno di terra e di energia e del 30-40% il
fabbisogno di acqua e l'impatto eutrofizzante.
Conclude Tamino: è la stessa F.A.O. a metterci in guardia:
“gli uomini carnivori stanno distruggendo la Terra. Non
c'è cibo sufficiente per tutti.”

LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA LA LEGGE SULLA CACCIA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

La Lega per l'Abolizione della Caccia Sezione del Friuli
Venezia Giulia esprime la propria soddisfazione dalla
recentissima pronucia – resa nota solo ieri – della
Corte Costituzionale la quale, con la Sentenza n. 165 del
2009 ha accolto sostanzialmente tutti i rilievi avanzati
dalle associazioni ambientaliste - WWF, LIPU, Lega per
L'abolizione della Caccia, Legambiente e LAV . Sono state
cancellate le norme con le quale si voleva ridurre le aree
interdette alla caccia.
E' stato spazzato via il pericolo che fosse riaperta
l'uccellagione in Friuli Venezia Giulia, pratica,
l'uccellagione, nel resto d'Italia sanzionata penalmente
con l''arresto fino ad un anno o l'ammenda fino a 2000
Euro.
Ed ancora cancellate quelle norme che escludevano gli
ambientalisti da ogni scelta che riguardasse la caccia in
questa regione e che rendeva i cacciatori gli unici
controllori di se stessi.
E' bene ricordare che detta legge fu approvata dal
centrosinistra sotto l' assessorato di Enzo Marsilio,
fortemente sostenuta da Federcaccia Friulana ma votata anche
da consiglieri di centrodestra.

Alessandro Sperotto, Delegato della Lega per l' Abolizione
della Caccia del Friuli Venezia Giulia ha dichiarato: “La
politica filo cacciatori ha perso! Avevamo sempre sostenuto
l'illegittimità di questa norma sin dalla sua
presentazione come disegno di legge, ma l'assessore Marsilio
fece sempre spallucce”.
Se non ci fosse stata la memoria delle associazioni
ambientaliste che scrissero pochi giorni dopo
all'approvazione della legge all'allora governo Prodi e,
quindi senza questa Sentenza della Corte, si sarebbe
compiuto l'ennesimo scempio alla fauna selvatica regionale
già fortemente minacciata dal degrado ambientale. Se
l'attuale Giunta regionale avesse la volontà di
salvaguardare veramente il patrimonio faunistico, che è di
tutti, fermerebbe domani stesso ogni forma di caccia in
virtù del vuoto normativo che si è venuto a creare e
dall'obbligo di precludere all'attività venatoria nuove
aree.”

Andrea Zanoni, contro la caccia e a favore della natura al parlamento europeo

In vista delle elezioni europee del 6 e 7 giugno, vi presentiamo Andrea Zanoni, sulla cui militanza a favore dell’ambiente, determinazione e competenza non nutriamo nessun dubbio. Per questo ci sentiamo di consigliarlo a tutti gli elettori della circoscrizione Nord Est che amano la fauna e l’ambiente

Si avvicinano le elezioni europee, un appuntamento fondamentale perche’ è in Europa che sempre piu’ si fanno le regole del gioco.
Lo sa bene chi si occupa di tutela ambientale e che guarda sempre piu’ spesso a Bruxelles come all’ultimo baluardo contro certe prepotenze italiane, a livello nazionale e locale. Le norme a tutela dell’ambiente, sulle grandi opere, i rifiuti, ma soprattutto la fauna (Direttiva Uccelli e Habitat) sono una garanzia per tutti noi contro i soliti furbetti che con deroghe, eccezioni, dimenticanze, provvedimenti furfanti, cercano di imporre il proprio interesse a svantaggio di tutti.
Per questo è importante essere presenti nella piu’ importante istituzione democratica dell’
Europa: il Parlamento Europeo,
ed è importante farlo con persone responsabili, competenti e che nella causa ci credono.
Siamo troppo abituati alle improvvisazioni dei politici di mestiere che alla vigilia delle elezioni rabboniscono tutti. Pensionati, malati, ambientalisti, operai, cacciatori, industriali… si promette tutto a tutti. Ma quanti hanno alle spalle una storia che dimostra chi sono e cosa sanno fare?
Andrea Zanoni
ha le carte in regola: basta leggere il suo curriculum Noi ci sentiamo quindi di sostenerlo e raccomandarlo a tutti colori i quali, nella sua circoscrizione, ritengono di dare il proprio voto a un candidato che, se eletto, svolga un ruolo attivo ed efficace nella tutela dell’ambiente e della fauna tra i banchi del parlamento europeo.

NO ALL'ACCADEMIA FAUNISTICA

La Provincia di Pordenone, con un comunicato stampa e con l'affissione di manifesti in città, ha annunciato l' inaugurazione dell'Accademia Faunistica (domenica 15 marzo nella sede della Provincia). E' stato dato grande risalto a questa "lodevole" iniziativa anche sui quotidiani locali.
La Provincia, in particolare nella persona dell'Assessore Eligio Grizzo (Assessorato caccia e pesca), si fa promotrice di una cultura di violenza e di morte, com'è quella venatoria.

Vi riportiamo solo alcune "perle" tratte dal programma di questa Accademia Faunistica (così come riportate sui manifesti affissi in città):


• Il tiro in caccia di selezione
• Caccia con l'arco
• Tecniche e pratica del cane da traccia
• Conservazione e gestione della lince
• Conservazione e gestione dell'orso
• Tecnica e gestione della cattura degli animali selvatici
• Igiene e sanità delle carni della selvaggina cacciata
• La gestione del cervo nelle aree venatorie e in quelle protette
• Principi e prassi di gestione faunistica. Il rapporto uomo animale.
• L'allevamento dei principali turdidi
• L'allevamento dei fringillidi
• Gastronomia della cacciagione
• Il controllo del cinghiale
• Abilitazione alla caccia degli ungulati con i cani da seguita
• Girata al cinghiale. Corso base e avanzato
• Trattamento della spoglia
• La gestione del fagiano
• Balistica venatoria di base


Invece di promuovere una cultura di amore e compassione verso tutti gli animali, questa Provincia impiega mezzi e risorse economiche per lo svago e il "piacere" di una esigua minoranza, i cacciatori.

Firmiamo e diffondiamo questa petizione

http://www.firmiamo.it/noaccademiafaunisticapordenone

COMUNICATO STAMPA CINGHIALETTO E CINGHAILODROMI

Il recente e triste episodio che ha visto la brutale morte
di un cinghialetto all'interno dell'ospedale triestino
evidenzia, ancora una volta, lo stato di totale degrado in
cui versa la politica della conservazione della fauna
selvatica nella nostra regione. Oramai da anni la nostra
regione ha intrapreso un'unica strada per affrontare, senza
peraltro risolverla, la questione dei danni derivanti dai
cosiddetti animali nocivi: gli abbattimenti ovunque e
comunque, come d'altro canto ha confermato l'assessore alla
provincia di Trieste. Prima di invocare e predisporre gli
abbattimenti, bisognerebbe studiare attentamente e
scientificamente i motivi che portano gli animali, come i
cinghiali, ad avvicinarsi alle città. Si capirebbe così
l'inevitabile necessità di spostarsi dai loro ambienti
naturali dove, nel caso specifico del Friuli Venezia Giulia,
si è braccati sin dal mese di maggio. Nella provincia di
Pordenone oramai da almeno cinque anni anche i cacciatori
sono autorizzati ad uccidere cinghiali anche a stagione
venatoria chiusa, sette giorni su sette, e pure di notte.
Risultato: i danni derivanti dai cinghiali, invece di
calare, risultano aumentare. Si evince la totale inutilità
degli abbattimenti!! Prima di premere il grilletto, sarebbe
opportuno vietare e sanzionare non solo i cittadini che
nutrono i cinghiali, ma anche quei cacciatori che
costantemente ed indiscriminatamente li foraggiano con
abbondanza, per poi poterli agevolmente ammazzare a loro
piacimento nei luoghi stessi di foraggiamento. E' evidente
che così determinano comunque una sovrabbondanza di cibo e
quindi un sovrannumero di animali.

Con l'occasione mi corre l'obbligo di ricordare che nella
nostra regione, proprio con il pretesto di combattere la
presenza dei cinghiali, è stata inventato dalla precedente
giunta Illy uno strumento di tortura per cinghiali,
tristemente noto con il nome di cinghialodromo, ovvero uno
scellerato parco dei divertimenti per i cacciatori di
cinghiali.
E’ quanto previsto dalla delibera della giunta regionale
n. 1879 del 28.07.2006. I “cinghialodromi” sono
recinti ove vi vengono costretti cinghiali di allevamento
che passano il loro tempo a sfuggire dalle mute di cani in
addestramento.
Solo il pensare delle gabbie del genere significa essere
totalmente indifferenti alla sofferenza degli animali che vi
stanno rinchiusi; sofferenza già messa in conto nella
deliberazione stessa, dove si legge che i cinghiali vengono
“sostituiti” qualora presentino segni di sofferenza
fisica e comportamentale.
Nei cinghialodromi, però, i cinghiali dovrebbero passare
solo un anno (così è scritto), dopo di che, anche in
questo caso, dovrebbero venire “sostituiti” [sic!]: è
facilmente intuibile cosa si celi dietro il significato di
questa parola.
Il pericolo che i cinghiali possano scappare dai recinti,
nonostante siano previste recinzioni munite di filo spinato
e pastore elettrico, è comunque presente.

E’ palese che la delibera è fatta per accontentare
quella frangia di cacciatori con segugi e ciò che pare
scandaloso è che a suo tempo sia stata spacciata per
risolvere il problema dei cinghiali nelle campagne.
Ma sia a destra che a sinistra vi è un atteggiamento
assodato: la fauna selvatica interessa ben poco e, per
nulla, la sofferenza di un singolo esemplare; conta solo il
voto di chi si diverte sparacchiando ed uccidendo!!

Alessandro Sperotto
Delegato LAC
Lega per l' Abolizione della Caccia
Sezione del Friuli Venezia Giulia

NIENTE BOTTI PER FESTEGGIARE CAPODANNO - L'APPELLO DI ANIMALISTI E AMBIENTALISTI

Mercoledì 31 Dicembre 2008,

Non fate scoppiare i botti a Capodanno. Sono ormai noti a
tutti gli incidenti degli anni passati e quindi per il
rispetto di uomini e animali, chiediamo questo atto di
intelligenza e buon senso. L’appello arriva da tre
associazioni animaliste, la Lega per l’abolizione della
caccia, la Lipu e il Wwf, proprio nel giorno in cui petardi
e fuochi d’artificio la fanno da protagonisti. Ma accanto
a questa richiesta c’è la soddisfazione per «il lieto
fine della vicenda degli uccelli illegittimamente catturati
per essere ceduti agli espositori delle sagre venatorie.
Dopo il provvedimento del Tar - scrivono Alessandro Sperotto
(Lac), Ilario Zuppani (Lipu) e Stefania Ivanovic (Wwf) - la
Provincia ha provveduto alla loro liberazione. Chiediamo che
simili assurde decisioni non si ripetano».
Le tre associazioni accusano la Provincia di Pordenone
di aver chiesto «una vera e propria condanna alla pena
dell'ergastolo per centinaia di uccelli e la Regione aveva
dato il proprio benestare. Gli uccelli, tra i quali specie
protette, una volta catturati, dovevano essere destinati
agli espositori delle sagre e delle fiere venatorie; nello
specifico, all'associazione ornitologica friulana sagre e
fiere venatorie per l'assurdo, oltre che crudele, scopo di
sentirli cantare all'interno di piccole gabbie». E questo
sulla base di un provvedimento che «se ne infischiava
delle norme statali e comunitarie in materia di tutela della
fauna. Ai provvedimenti provinciali e regionali si sono
opposti Wwf, Lipu e Lac che hanno chiesto a Provincia e
Regione di non dare esecuzione a simili decisioni. «Visto
il disinteresse agli appelli, con il patrocinio
dell'avvocato Alessandra Marchi, ci siamo rivolti al Tar di
Trieste, ottenendo la sospensione sia della catture che
delle cessioni. A fronte di queste decisioni del Tar, la
Provincia di Pordenone ha disposto la liberazione degli
uccelli catturati. Siamo contenti che merli, cesene, tordi,
allodole, fringuelli, peppole, cardellini e lucherini
abbiano ripreso il volo, invece di finire in una gabbia in
mostra alle varie Sagre degli osei. Ma restano sconcerto e
riprovazione rispetto a due dati di fatto: la tanta
sofferenza inutile arrecata a questi animali che hanno
dovuto subire ingiustificatamente la cattura e la permanenza
in piccole gabbie; lo sperpero del danaro di noi cittadini e
lo sperpero di risorse umane».