RIAPRONO L'UCCELLAGIONE

Pordenone, 5 novembre 2008

Provincia di Pordenone e Regione Friuli Venezia Giulia
riaprono l’uccellagione per poter distribuire uccelli
selvatici alle sagre e fiere venatorie

Una vera e propria condanna alla pena dell'ergastolo per
centinaia di uccelli della Provincia di Pordenone per
l'egoistico, assurdo oltre che crudele scopo di sentirli
cantare all'interno di piccole gabbie e sulla base di un
provvedimento che se ne infischia delle norme statali e
comunitarie in materia di tutela della fauna e che
addirittura dichiara di fregarsene del parere negativo
espresso dall'Istituto superiore per la protezione e la
ricerca ambientale, organo che deve essere consultato, oltre
che adeguatamente ascoltato, in quanto l'unico competente ad
esprimere un parere scientifico in siffatte circostanze.

E' questo il contenuto dell'autorizzazione regionale datata
24.10.2008, con la quale in attuazione della legge regionale
14/2007 è stato rilasciato il provvedimento di deroga alla
Direttiva Comunitaria Uccelli selvatici 79/409.

Dal 1977 in tutta Italia l’uccellagione è un reato,
attualmente punito con l’arresto fino ad un anno.

Il provvedimento per la cattura degli uccelli è stato
richiesto dalla Provincia di Pordenone con lo scopo di
destinare gli uccelli stessi, catturati in natura e poi
ingabbiati a vita, agli espositori nelle sagre e nelle fiere
venatorie, nello specifico alla “associazione ornitologica
friulana sagre e fiere venatorie”. Ma la fauna selvatica
è definita dalla Legge “patrimonio indisponibile dello
Stato tutelato nell’interesse della comunità nazionale
ed internazionale”. Regione e Provincia di Pordenone
stanno dunque programmando di sottrarre alla comunità una
parte di quel patrimonio ambientale pubblico in cambio di
qualche potenziale voto da parte degli aderenti ad una
associazione privata.

La richiesta di cattura sarebbe motivata dal fatto che gli
uccelli cresciuti in allevamento non cantano come quelli in
natura. L'Istituto preposto, che ora si chiama ISPRA, già
INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) ha
chiaramente detto alla Regione che è assolutamente
contrario ad un provvedimento di tal fatta, poiché “è
possibile insegnare il canto ai soggetti nati in cattività
ricorrendo a registrazioni facilmente reperibili sul
mercato o selezionare esemplari prodotti dagli
allevamenti”.
Insomma il messaggio è chiaro: non c'è nessuna
necessità di catturar degli uccelli, peraltro protetti,
per il gusto di sentirli cantare e/o esporre.

Ma nel giustificare la cattura di merli, cesene, tordi,
allodole, e specie quali fringuelli, peppole, cardellini, e
lucherini, la Regione Friuli Venezia Giulia ha raggiunto
veramente l'inconcepibile. Una delle ragioni poste a
fondamento dell'atto, si legge, è determinata dal fatto
che autorizzare la cattura degli uccelli, vietata e
sanzionata penalmente, “riduce il rischio del verificarsi
di catture illecite”(sic!).
E' come dire che è data facoltà al correntista di
rapinare la propria banca almeno una volta l'anno, onde
prevenire il ben più pericoloso fenomeno delle rapine non
autorizzate!!
L'evidente illogicità dell’atto amministrativo, oltre
che la sua palese illegittimità, non possono essere
tollerate dalle scriventi associazioni che stanno già
predisponendo una diffida da inoltrare a Regione e Provincia
perchè, esercitando l’autotutela amministrativa,
ritirino immediatamente gli atti emessi.
Diversamente, siamo pronti a rivolgerci alla magistratura
sia amministrativa che penale, oltre a recarci negli
impianti di cattura per documentare pubblicamente questa
anacronistica, illegale e delirante pratica.
Intanto, chiediamo pubblicamente al Presidente della Regione
Tondo di dire chiaramente cosa intende fare in favore della
legalità e della Fauna e di adoperarsi per lasciare a
centinaia di uccelli la libertà di continuare a volare nel
cielo anziché essere reclusi in gabbie per allietare le
orecchie di qualche collezionista di animali.





Le associazioni firmatarie

Per la LAC
Sezione del Friuli Venezia Giulia
Alessandro Sperotto

Per la LIPU Friuli Venezia Giulia
Ilario Zuppani

WWF FRIULI VENEZIA GIULIA

Per la LAV
Stefania Ivanovic

SOCCORRERE UN ANIMALE FERITO

PROVINCIA DI UDINE

Unità Operativa Vigilanza faunistica - Corpo di Polizia Provinciale
Svolge compiti di polizia locale amministrativa e di polizia giudiziaria nelle materie riguardanti i controlli sulla caccia e sulla pesca nelle acque interne, relativamente alla tutela della flora e della fauna selvatica minore, alle piste forestali ed al controllo degli animali definiti predatori opportunisti.

Sede: Via della Prefettura, 16 – Udine

Comandante: dott. Stefano Verri

Tel. ufficio 0432279947

Recupero fauna viva o morta tutti i giorni dalle 08.00 alle 19.00
Tel. 800961969

PROVINCIA DI GORIZIA

ufficio Vigilanza Ittico Venatoria 0481.385.290/271


PROVINCIA DI TRIESTE

Polizia Ambientale Tel 040 3798456

PROVINCIA DI PORDENONE

Dal 1998 l’Amministrazione Provinciale di Pordenone ha istituito, in collaborazione con il personale del Comando di vigilanza ittico-venatoria, il servizio di reperibilità, per garantire il pronto intervento dei suoi agenti nelle materie della caccia, della pesca e della fauna selvatica in genere.
A partire dal 1° maggio 2005 gli orari di intervento sono stati modificati.
Il numero telefonico della pronta reperibilità è il seguente: 335/5636378

L’orario di pronto intervento è il seguente:
sabato e domenica: dalle 06.00 del sabato alle 06.00 del lunedì successivo;
festività *: dalle 06.00 del festivo alle 06.00 del primo giorno feriale successivo.
* ovvero Capodanno, Epifania, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 1° novembre, 8 dicembre, Natale, Santo Stefano.
Dal lunedì al venerdì, per qualsiasi altra esigenza è necessario rivolgersi al Comando di vigilanza ittico-venatoria, chiamando il seguente numero 0434/231445
L’orario di apertura dell’Ufficio è il seguente:
lunedì, mercoledì e venerdì: dalle ore 10.30 alle ore 13.00;
martedì e giovedì: dalle ore 10.30 alle ore 13.00,dalle ore 14.30 alle 17.30.
Al fine di assicurare il tempestivo intervento degli agenti, anche in orari notturni o durante i giorni festivi, mensilmente vengono programmati appositi turni, che coinvolgono tutto il personale di vigilanza.
La maggior parte degli interventi, richiesti da privati cittadini, da Enti diversi o da altre Forze dell’ordine, riguarda:
il recupero di animali selvatici in difficoltà o morti per cause accidentali;
segnalazioni di atti di bracconaggio;
richieste di informazioni nelle materie di competenza;
operazioni congiunte, di vigilanza e/o faunistiche, con altri Enti.
Di anno in anno il numero delle richieste di intervento che pervengono al servizio di reperibilità va incrementandosi. Mediamente in un anno le chiamate ricevute sono oltre 300 e circa il 70-80% riguarda il recupero di animali selvatici in difficoltà o morti.
E’ importante segnalare che, nonostante ancora molti degli interventi riguardino quindi i recuperi di fauna selvatica, si è comunque avuto un aumento delle richieste di intervento per atti di bracconaggio, con segnalazioni molto precise e dettagliate, le quali in molti casi hanno permesso agli agenti di vigilanza di intervenire con efficacia per reprimere comportamenti vietati.
Ora le persone si rivolgono a questo servizio con maggior fiducia e la gran parte delle segnalazioni non è più anonima.
Molto frequenti sono le richieste di intervento in orario di chiusura degli uffici e soprattutto durante le ore notturne. Ciò si spiega in quanto, per alcune specie di fauna selvatica, la maggiore attività biologica avviene di notte, con frequenti spostamenti dai luoghi di riposo ai luoghi di alimentazione. Questi spostamenti notturni possono risultare pericolosi per gli animali stessi, in quanto la ridotta visibilità li espone al rischio di essere investiti dalle automobili.
Altrettanto numerose sono le chiamate nelle giornate festive, quando un maggior numero di persone è presente sul territorio (per hobby, sport, gite, ecc.) e, quindi, maggiori sono le probabilità di trovare degli animali selvatici in difficoltà, così come aumentano le occasioni di notare fatti “strani” che meritano di essere segnalati.
Per garantire un intervento tempestivo ed efficace, agli agenti di vigilanza è richiesta un’alta professionalità. Catturare ed immobilizzare gli animali, provvedere alle prime necessarie cure ed attivare le procedure previste per il loro trattamento, a volte richiede sforzi notevoli.
Anche negli interventi effettuati per evitare o reprimere reati o altri tipi di illeciti in materia venatoria, gli agenti di vigilanza devono operare con professionalità e preparazione.
Cosa succede dopo la chiamata
L’agente di vigilanza reperibile, quando riceve una chiamata chiede alcuni dati (nome, cognome, recapito telefonico ed eventuale indirizzo), in quanto possono essere necessari per il seguito dell’intervento stesso.
Nel caso di segnalazioni (anche anonime) che riguardino illeciti, verranno chiesti più dettagli possibili e l’intervento sarà organizzato a seconda delle peculiarità della segnalazione stessa.
E’ scontato che una segnalazione “preventiva”, rispetto ad una segnalazione “a cose fatte”, garantirà maggiori possibilità per un intervento efficace.
Se viene segnalato un animale selvatico morto, l’agente si attiverà per il recupero dello stesso, più o meno urgentemente: una cosa è intervenire per un cinghiale morto che si trova in mezzo ad una strada, magari molto trafficata; altra cosa è invece un capriolo morto in mezzo al bosco o in un prato. Nel primo caso, essendoci problemi di sicurezza ed incolumità pubblica, l’intervento sarà immediato; nel secondo l’agente potrà decidere di intervenire anche in un momento successivo.
Se, invece, l’animale selvatico è in difficoltà, l’agente di vigilanza darà alcuni consigli sul come trattarlo (ad esempio, provare a liberarlo con le modalità più appropriate, riporlo in una scatola, ecc.) e, se necessario, interverrà per prenderlo in carico ed affidarlo al personale qualificato dei Centri di recupero convenzionati con la Provincia di Pordenone.
E’ opportuno ricordare che il Comando di vigilanza ittico-venatoria ed il Corpo Forestale Regionale della provincia di Pordenone hanno da tempo instaurato e consolidato un rapporto di reciproca collaborazione. Per queste richieste di intervento possono quindi essere contattate anche le Stazioni forestali della provincia di Pordenone, le quali, in quanto competenti, potranno intervenire facendo riferimento ai Centri di recupero appena citati.