ALIMENTAZIONE: SALUTE E IMPATTO AMBIENTALE

Questo è il titolo dell'interessante incontro-dibattito, organizzato
dalla Sezione Friulana dalla L.A.C. (Lega per l'abolizione
della Caccia) e tenutosi sabato pomeriggio a Pordenone nella
sede di palazzo Gregoris. La conferenza, moderata dalla
responsabile locale della L.A.C. Avv. Alessandra Marchi, ha
avuto quali protagonisti in veste di relatori la DOTT.SSA
LUCIANA BARONI, medico, specialista in Neurologia, Geriatria
e Gerontologia, esperta di nutrizione vegetariana,
presidentessa della Società Scientifica di Nutrizione
Vegetariana e PROF. GIANNI TAMINO, docente di Biologia
Generale presso l' Università degli Studi di Padova,
esperto in materia ambientale, dei rifiuti, dell'energia,
della sostenibilità e delle biotecnologie, Membro della
Camera dei Deputati dal 1983 al 1992 e del Parlamento
Europeo dal 1995 al 1999.
La dott.ssa Baroni ha illustrato puntualmente e con
efficacia le gravi conseguenze provocate sulla salute umana
dal consumo sempre più smisurato di carne e di prodotti
animali da parte della stragrande maggioranza dei paesi
occidentali. Infatti, arteriosclerosi, ipertensione, cancro
e obesità sono le malattie croniche che affliggono gli
abitanti dei paesi ricchi; l'arteriosclerosi e l'obesità,
inoltre, si manifestano sempre più spesso nell'età
infantile proprio a causa dell'assunzione di cibi grassi.
Contro il rischio di queste patologie c'è una soluzione
semplicissima, ma ancora poco conosciuta e divulgata dagli
stessi medici: la dieta vegetariana o vegana associata
all'attività fisica. La dott.ssa Baroni è stata chiara:
una dieta vegetariana ridurrebbe, in Italia, del 26% la
mortalità causata dalle malattie cardiovascolari. Inoltre,
le stesse linee guida per la prevenzione dei tumori
sottolineano l'importanza di una dieta a base vegetale. Gli
effetti benefici della dieta vegetariana sono inequivoci
anche con riferimento a malattie quali l'obesità, il
parkinson e l'osteoporosi.
A sua volta, il prof. Tamino ha analizzato il rapporto fra
dieta alimentare dei paesi occidentali e ambiente,
individuando nella presenza degli allevamenti intensivi e
nell'eccessivo consumo di carne (oltre 100 grammi al giorno)
una delle cause principali del disastro ambientale. Basti
pensare che gli animali da allevamento producono un'enorme
quantità di metano, che contribuisce ad un quinto delle
emissioni totali di gas serra. Per produrre 1 kg di manzo si
inquina di più che far circolare 3 auto per un giorno
intero! Inoltre, per produrre mezzo chilo di carne di maiale
sono necessari 14.910 litri d'acqua e per mezzo chilo di
carne di manzo ben 47.700 litri.
Oltre a ciò – dice Tamino – il consumo di carne è
una delle cause fondamentali della morte per fame di milioni
di esseri umani dei paesi poveri. Territori sempre più
vasti di questi paesi vengono, infatti, sottratti alle
foreste per la coltivazione di cereali, destinati agli
animali degli allevamenti che andranno a riempire le pance
già sazie degli occidentali, anziché le popolazioni
africane, del sud est asiatico, e dell'America Latina. Si
consideri che 1 ettaro di terreno coltivato a soia produce
1800 chili di proteine vegetali, adibito a pascolo e
allevamento produce appena 60 chili di proteine animali.
Tutto ciò non potrà che generare guerre e carestie. Se
tutta l'umanità, infatti, volesse, al pari dei paesi
occidentali, consumare 80 kg di carne pro capite all'anno,
sarebbe necessaria una superficie tripla rispetto a quella
del pianeta Terra. E visto che noi occidentali non possiamo
arrogarci il diritto di essere gli unici a nutrirci di
animali, l'unica soluzione possibile è ridurre
drasticamente il consumo della carne nelle nostre diete.
L'adozione di una dieta vegetariana ridurrebbe di 3/4 volte
il fabbisogno di terra e di energia e del 30-40% il
fabbisogno di acqua e l'impatto eutrofizzante.
Conclude Tamino: è la stessa F.A.O. a metterci in guardia:
“gli uomini carnivori stanno distruggendo la Terra. Non
c'è cibo sufficiente per tutti.”

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