Territorio per la protezione della fauna selvatica

I presidenti nazionali delle associazioni ambientaliste WWF, Legambiente, Lipu, Lac e Lav intimano alla Regione Friuli Venezia Giulia, in persona del Presidente pro tempore, di provvedere immediatamente a destinare una quota dal 20 al 30 per cento del territorio regionale, fatta eccezione per il territorio delle Alpi, a protezione della fauna selvatica, avvisando sin d’ora che, diversamente da un tanto, si adiranno le vie giudiziarie più opportune a miglior tutela della fauna selvatica e dell'ambiente.
Questo perchè, a seguito dell’approvazione della legge regionale n. 13/2009, il territorio regionale di pianura e di mare è stato illegittimamente definito come “Zona faunistica delle Alpi”, evitando così di interdire alla caccia, destinandolo a protezione, solo il 10% della superficie agro-silvopastorale, anziché almeno il 20%!!!
Questo significa che 45000 ettari di campagna, che dovrebbero essere oasi di pace dove la fauna non subisce la caccia, sono invece inammissibilmente percorsi dalle doppiette, che conseguentemente prelevano animali che dovrebbero invece essere protetti. In pratica migliaia fra mammiferi e uccelli, fra cui anche specie in rapido declino numerico, prelevate per effetto di una “autorizzazione” rilasciata da una autorità (la Regione) che non ne ha la competenza. Ci chiediamo come si possa prelevare illegittimamente il Patrimonio indisponibile dello Stato senza che alcuna autorità giudiziaria intervenga o che almeno, in attesa della nuova sentenza della Corte costituzionale, venga applicata la necessaria sospensiva. Sentenza che non può che confermare quanto già stabilito per l'identica norma (contenuta nella l.r. n. 6/2008) già bocciata nella primavera 2009. Ci chiediamo se i responsabili del danno patrimoniale saranno chiamati a risarcire la perdita di un bene di tutti. In caso contrario, si verificherebbe una profonda ingiustizia, visto che, come l'Assessore alle risorse agricole naturali e forestali Violino ha esplicitato, l'illegittimità della norma era palese, e per di più, anche il Presidente della Regione Tondo ha confidato nei tempi lunghi della giustizia per consentire illecitamente lo svolgimento di tutta la stagione venatoria senza che venga individuata la necessaria superficie di protezione.

Il comportamento scorretto di chi è stato delegato ad amministrare i beni pubblici, oltre a causare la perdita del patrimonio faunistico, non può che portare alla disaffezione verso le Istituzioni.

Nessun commento: