LA CORTE COSTITUZIONALE CON LA SENTENZA N. 233 DEL 2010 DEPOSITATA IL 01.07.2010 SALVA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI UCCELLI SELVATICI. DICHIARATA INCOSTITUZIONALE LA NORMA CHE PERMETTEVA DI APRIRE LA CACCIA A SPECIE PROTETTE. RIBADITO L'OBBLIGO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA A INTERDIRE DALLA CACCIA ALMENO IL 20% DEL TERRITORIO REGIONALE AL DI FUORI DELLA ZONA FAUNISTICA DELLA ALPI. LA CORTE SI E' PRONUNCIATA ACCOGLIENDO IL RICORSO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI CHE A SUO TEMPO ERA STATO SOLLECITATO CON UNA MEMORIA DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE E AMBIENTALISTE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: LEGA PER L'ABOLIZIONE DELLLA CACCIA, LIPU, WWF, LEGAMBIENTE E LEGA ANTI VIVISEZIONE. LA NORMA ERA STATA APPROVATA DAI CONSIGLIERI REGIONALI DI LEGA NORD PDL E UDC.
LAC, LIPU, WWF, LEGAMBIENTE E LAV tirano un sospiro di sollievo. La pronuncia della Corte Costituzionale ha eliminato delle norme regionali distruttive per il patrimonio faunistico della regione e per l'ecosistema del territorio. Grazie all'intervento compatto delle associazioni presso il Consiglio dei Ministri, lo stesso ha deciso di impugnare alcune parti della legge regionale del Friuli Venezia Giulia, la 13/2009, con la quale si era stabilito di cacciare in tutta la regione – nonostante la Corte Costituzionale avesse già stabilito, con sentenza n. 165/2009, che anche in Friuli debba essere applicata la legge statale che prevede che almeno il 20% del territorio al di fuori della Zona Faunistica delle Alpi debba essere precluso all'attività venatoria – e con la quale si era dato il via libera alla caccia di specie che nel resto d'Italia non sono cacciabili, come ad esempio diverse specie di anatidi, storni o le tortore dal collare orientale.
Le associazioni animaliste ed ambientaliste del Friuli Venezia Giulia allora non si aspettavano questo nuovo attacco all'integrità dell'ecosistema della regione, soprattutto dopo la recentissima sentenza della Corte Costituzionale che ha letteralmente demolito l'impianto normativo che disciplina la caccia in questa regione ovvero la L.R. 6/2008, pensando, evidentemente a torto, che le diverse figuracce ed i già altissimi costi sostenuti per favore pochi cacciatori inducessero a maggior prudenza. Le associazioni hanno così reagito scrivendo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell'Ambiente ed al Ministero degli Affari Regionali evidenziando l'incostituzionalità delle norme regionali.
Resta il rammarico che la scorsa stagione venatoria si sia svolta anche in aree che ora dovranno essere dichiarate precluse alla caccia, e quindi nella diffusa illegalità, in forza appunto di una norma dichiarata incostituzionale. Evidentemente a certa politica poco interessa della conservazione della fauna e dell'ambiente, ma solo dei voti di chi si diverte uccidendo.
Le scriventi associazioni non hanno intenzione di fermarsi. Ora la Regione deve interdire immediatamente il 20% del territorio di pianura alla caccia diversamente agiranno in tutte le sedi perché la stagione venatoria in corso venga bloccata.
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