Le associazioni animaliste insieme contro la Sagra degli Osei di Sacile
Ad agosto vedrà la luce la 738a edizione della Sagra degli Osei di Sacile.
Una tradizione che solca secoli di storia.
Nata come mercato di strumenti per l'uccellagione, di uccelli da canto e
da richiamo, via via nel tempo ha visto l'aggiunta degli animali da cortile,
per poi tornare,nell'ultimo secolo, a specializzarsi nel campo dell'uccellagione.
Oggi è Esposizione nazionale degli uccelli.
In tutto questi secoli la sensibilità dell'uomo è radicalmente cambiata,
così come è cambiato il rapporto tra l'uomo e l'animale.
Ma sebbene la stragrande maggioranza dell'umanità sia ormai consapevole
dei sentimenti degli animali, delle loro sofferenze e dei loro stati d'animo
– cosa tutt'altro che scontata solo cinquant'anni fa – quello che
non è cambiato è la difficoltà, per alcuni uomini, ad abbandonare
quelle “tradizioni” che brutalizzano gli animali in merce, oggetti d'uso per
il mero divertimento umano.
Le associazioni animaliste si battono ogni giorno proprio per affermare,
con ogni mezzo disponibile, il rispetto verso ogni essere vivente,
denunciando l'abuso degli animali per uso alimentare, nell'abbigliamento,
negli spettacoli, nei circhi ed in ogni campo.
Per questo LAV, LAC, OIPA, Animalisti FVG e Venus In Fur Rovigo anche
quest'anno protesteranno insieme per dire ancora una volta
NO alla Sagra degli Osei di Sacile.
NO perché è una manifestazione che spettacolarizza la restrizione in gabbia degli animali.
NO perché è un incentivo alla caccia anche con uccelli catturati in natura.
NO perché non insegna il rispetto e l'amore per creature indifese.
NO perché le condizioni in cui sono tenuti gli animali sono inadeguate alle loro caratteristiche etologiche, a tal punto che anche l'anno scorso diversi animali sono morti per l'eccessivo caldo.
NO perché usare uccelli come richiamo nella caccia da appostamento è una pratica abominevole ed inutilmente crudele: canto per chiamare mio fratello alla morte!
NO perché è una manifestazione assurda, soprattutto nell'Anno del Grande Rifiuto alla privatizzazione dell’Ambiente, in cui è emerso un forte segnale di maturità ambientale nel nord-est.
Quello che viene spacciato per educazione alla natura è in realtà una osservazione passiva e momentanea che svilisce l'animale e non lascia nulla all'uomo se non la bruttura di un incontro a senso unico e privo di significato.
L'osservazione della natura richiede libertà da entrambi i lati, pazienza, amore e sacrificio.
La natura non deve essere in mostra né tanto meno in vendita!
Ad agosto vedrà la luce la 738a edizione della Sagra degli Osei di Sacile: gli animalisti ci saranno con la consueta pazienza,costanza ed intransigenza nei confronti di situazioni di maltrattamento di animali, che non esiteranno a denunciare, invitando tutta la popolazione a dire NO a questa manifestazione ed unirsi alla protesta pacifica.
I GUARDIACACCIA RIDOTTI A FARE I VIGILI
VIGILANZA VENATORIA
LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE: I GUARDIACACCIA RIDOTTI A FARE I VIGILI
URBANI. E I BRACCONIERI FESTEGGIANO
Wwf, Legambiente, Lipu e Lac contro la legge regionale sulla sicurezza che
ha sostanzialmente parificato le funzioni delle guardie provinciali a quelle
della polizia municipale. E rilanciano: Subito il Corpo unico fra forestali
e guardie venatorie.
Guardiaccia ridotti a misurare con l'autovelox gli automobilisti
indisciplinati mentre i bracconieri scorrazzano liberamente per il Friuli
senza alcun controllo: è la realtà denunciata dalle associazioni
ambientaliste del Friuli Venezia Giulia Wwf, Legambiente, Lipu e Lac -
allalba dellassemblea dei Comuni e delle Province di Upi e Anci che,
domani 14 aprile, sono chiamati a fare un primo bilancio sulla Legge
Regionale 9/2009 sulla sicurezza.
Auspichiamo scrivono le associazioni - che nell'occasione il Presidente
dellassociazione delle Province sollevi le contraddizioni ed i gravissimi
danni allambiente che la norma sta provocando. La delirante Legge 9 ha
infatti sostanzialmente parificato funzioni e criteri di assunzione dei
guardiacaccia provinciali a quelli dei vigili urbani dei comuni; sull'onda
di questa modifica normativa le Province di Udine e Pordenone hanno subito
colto la palla al balzo, mettendo un autovelox in mano a persone che per
anni si sono formate in materia faunistica e ambientale e lasciando così
libero il campo a bracconieri e cacciatori scorretti. Basti pensare
fanno notare gli ambientalisti - che alla domenica, giornata canonica per la
caccia, quasi nessuna Provincia organizza più servizi e che gli orari dei
turni degli agenti che dovrebbero vigilare su caccia e bracconaggio sono
stati sostanzialmente conformati a quelli di apertura degli uffici.
La legge regionale 6/2008 - tuttora in vigore ma rimasta lettera morta -
prevedeva invece la formazione di un corpo unico tra Corpo Forestale
Regionale e Guardiacaccia delle Province, creato anche per razionalizzare e
ottimizzare costi e risorse impegnati nei controlli in campo ambientale.
Legambiente, Wwf, Lipu e Lac del Friuli Venezia Giulia chiedono dunque alla
Regione e alle Province di porre immediatamente rimedio al vuoto di
vigilanza ambientale creato dalla Legge 9, mantenendo l'impegno assunto
con la Legge 6/2008 in risposta ad una petizione sottoscritta da migliaia
di cacciatori onesti , ambientalisti e cittadini di costituire
finalmente il Corpo Unico tra guardiacaccia e personale del Corpo Forestale
Regionale.
LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE: I GUARDIACACCIA RIDOTTI A FARE I VIGILI
URBANI. E I BRACCONIERI FESTEGGIANO
Wwf, Legambiente, Lipu e Lac contro la legge regionale sulla sicurezza che
ha sostanzialmente parificato le funzioni delle guardie provinciali a quelle
della polizia municipale. E rilanciano: Subito il Corpo unico fra forestali
e guardie venatorie.
Guardiaccia ridotti a misurare con l'autovelox gli automobilisti
indisciplinati mentre i bracconieri scorrazzano liberamente per il Friuli
senza alcun controllo: è la realtà denunciata dalle associazioni
ambientaliste del Friuli Venezia Giulia Wwf, Legambiente, Lipu e Lac -
allalba dellassemblea dei Comuni e delle Province di Upi e Anci che,
domani 14 aprile, sono chiamati a fare un primo bilancio sulla Legge
Regionale 9/2009 sulla sicurezza.
Auspichiamo scrivono le associazioni - che nell'occasione il Presidente
dellassociazione delle Province sollevi le contraddizioni ed i gravissimi
danni allambiente che la norma sta provocando. La delirante Legge 9 ha
infatti sostanzialmente parificato funzioni e criteri di assunzione dei
guardiacaccia provinciali a quelli dei vigili urbani dei comuni; sull'onda
di questa modifica normativa le Province di Udine e Pordenone hanno subito
colto la palla al balzo, mettendo un autovelox in mano a persone che per
anni si sono formate in materia faunistica e ambientale e lasciando così
libero il campo a bracconieri e cacciatori scorretti. Basti pensare
fanno notare gli ambientalisti - che alla domenica, giornata canonica per la
caccia, quasi nessuna Provincia organizza più servizi e che gli orari dei
turni degli agenti che dovrebbero vigilare su caccia e bracconaggio sono
stati sostanzialmente conformati a quelli di apertura degli uffici.
La legge regionale 6/2008 - tuttora in vigore ma rimasta lettera morta -
prevedeva invece la formazione di un corpo unico tra Corpo Forestale
Regionale e Guardiacaccia delle Province, creato anche per razionalizzare e
ottimizzare costi e risorse impegnati nei controlli in campo ambientale.
Legambiente, Wwf, Lipu e Lac del Friuli Venezia Giulia chiedono dunque alla
Regione e alle Province di porre immediatamente rimedio al vuoto di
vigilanza ambientale creato dalla Legge 9, mantenendo l'impegno assunto
con la Legge 6/2008 in risposta ad una petizione sottoscritta da migliaia
di cacciatori onesti , ambientalisti e cittadini di costituire
finalmente il Corpo Unico tra guardiacaccia e personale del Corpo Forestale
Regionale.
ALLA SCOPERTA DELLE AREE PROTETTE IN FRIULI VENEZIA GIULIA
conferenze ed escursioni guidate
GIOVEDI' 21 APRILE 2011 ORE 20.30
Aspetti normativi delle aree naturali protette
Massimo Zanetti
Funzionario del Corpo Forestale Regionale
Esperto di normativa in tutela ambientale
I vari tipi di ambienti naturali
Michele Zanetti
Scrittore e divulgatore naturalistico
GIOVEDI' 5 MAGGIO 2011 ORE 20.30
La tutela della fauna selvatica
Maurizio Rozza
Rappresentante delle associazioni ambientaliste
nel Comitato Faunistico Venatorio del Friuli Venezia Giulia
La fauna selvatica
Luca Lapini
Zoologo del Museo di Storia Naturale di Udine
ESCURSIONI GUIDATE DIURNE E NOTTURNE A:
Z.P.S. DEI MAGREDI DI CORDENONS E SAN QUIRINO
TORBIERE ALCALINE DELLA BASSA FRIULANA
PARCO REGIONALE DELLE PREALPI GIULIE
Le conferenze si terranno
presso la saletta incontri dell' Ex Convento di San Francesco,
Pordenone, Piazza della Motta, 2
accesso dalla passerella pedonale di Via San Francesco
Gli incontri e le escursioni sono gratuite
Per prenotazioni ed informazioni
e mail: lacpn@abolizioneccia.it
cell. 347.4913282 - 349.0818943 dalle 19.00 alle 20.30
SI SOSPENDANO GLI ABBATTIMENTI DEGLI ANIMALI COSIDDETTI NOCIVI
IL TAR PER IL FRIULI VENEZIA GIULIA RITIENE INCOSTITUZIONALE
LA LEGGE REGIONALE NR. 14 DEL 2007 CHE PERMETTE AI
CACCIATORI DI CACCIARE GLI ANIMALI “NOCIVI” ANCHE FUORI
DALLA STAGIONE VENATORIA.
LA LAC DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: SI SOSPENDANO
IMMEDIATAMENTE IN TUTTA LA REGIONE GLI ABBATTIMENTI DEGLI
ANIMALI COSIDDETTI NOCIVI.
Il TAR per il Friuli Venezia Giulia con ordinanza collegiale
nr.7 del 2011, depositata il 13.01.2011, ha sollevato
questione di legittimità costituzionale dell' art. 11
della legge regionale 14 del 2007, legge che consente, nella
regione Friuli, di estendere la caccia in deroga, prevista
solo in casi particolari per gli uccelli, anche ai mammiferi
selvatici.
La questione di costituzionalità è stata rilevata dalla
Lega per l 'Abolizione della Caccia nel corso di un
procedimento amministrativo per l'annullamento di un
provvedimento regionale che consentiva l'abbattimento di 85
cinghiali in Provincia di Pordenone.
La LAC, patrocinata dall' Avv. Alessandra Marchi del Foro di
Pordenone, ha evidenziato che, per mezzo dell' art. 11 della
L.R. 14/2007, il legislatore regionale ha aggirato le
limitazioni imposte dall’ art. 19 della Legge 157/1992
(legge quadro statale sulla tutela della fauna) in ordine ai
soggetti che possono procedere ai prelievi, includendo la
generalità dei cacciatori, esclusi dalla legge statale,
per l'esecuzione di detta attività.
Sostanzialmente in Friuli Venezia Giulia per mezzo di detta
legge, e grazie anche a ulteriori deliberazioni delle
provincie che integravano i provvedimenti regionali, si
svolge una caccia a tutti gli effetti anche nei periodi di
chiusura, di notte e con l'uso di fari (fattispecie tutte
che usualmente sono considerate atti di bracconaggio).
Se è vero che, nonostante il rinvio della legge alla Corte
Costituzionale, la legge stessa continua a spiegare effetto
sino alla decisione della Corte, è anche vero che la Lega
per l' Abolizione della Caccia è pronta ad impugnare al
TAR, chiedendone l'immediata sospensione, i provvedimenti di
abbattimento di cinghiali o altri mammiferi selvatici
ritenuti nocivi, i quali provvedimenti dovessero applicare
la legge sospetta di illegittimità.
Ben farebbe il legislatore regionale, invece di emanare
norme gravemente sospette di incostituzionalità, come ha
fatto anche nel corso di recenti provvedimenti legislativi,
a riportare nell'alveo della legalità l'attività
venatoria in questa regione, abrogando le leggi palesemente
in contrasto con la tutela e la conservazione della fauna ed
adeguando la norma regionale a quella statale.
LA LEGGE REGIONALE NR. 14 DEL 2007 CHE PERMETTE AI
CACCIATORI DI CACCIARE GLI ANIMALI “NOCIVI” ANCHE FUORI
DALLA STAGIONE VENATORIA.
LA LAC DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: SI SOSPENDANO
IMMEDIATAMENTE IN TUTTA LA REGIONE GLI ABBATTIMENTI DEGLI
ANIMALI COSIDDETTI NOCIVI.
Il TAR per il Friuli Venezia Giulia con ordinanza collegiale
nr.7 del 2011, depositata il 13.01.2011, ha sollevato
questione di legittimità costituzionale dell' art. 11
della legge regionale 14 del 2007, legge che consente, nella
regione Friuli, di estendere la caccia in deroga, prevista
solo in casi particolari per gli uccelli, anche ai mammiferi
selvatici.
La questione di costituzionalità è stata rilevata dalla
Lega per l 'Abolizione della Caccia nel corso di un
procedimento amministrativo per l'annullamento di un
provvedimento regionale che consentiva l'abbattimento di 85
cinghiali in Provincia di Pordenone.
La LAC, patrocinata dall' Avv. Alessandra Marchi del Foro di
Pordenone, ha evidenziato che, per mezzo dell' art. 11 della
L.R. 14/2007, il legislatore regionale ha aggirato le
limitazioni imposte dall’ art. 19 della Legge 157/1992
(legge quadro statale sulla tutela della fauna) in ordine ai
soggetti che possono procedere ai prelievi, includendo la
generalità dei cacciatori, esclusi dalla legge statale,
per l'esecuzione di detta attività.
Sostanzialmente in Friuli Venezia Giulia per mezzo di detta
legge, e grazie anche a ulteriori deliberazioni delle
provincie che integravano i provvedimenti regionali, si
svolge una caccia a tutti gli effetti anche nei periodi di
chiusura, di notte e con l'uso di fari (fattispecie tutte
che usualmente sono considerate atti di bracconaggio).
Se è vero che, nonostante il rinvio della legge alla Corte
Costituzionale, la legge stessa continua a spiegare effetto
sino alla decisione della Corte, è anche vero che la Lega
per l' Abolizione della Caccia è pronta ad impugnare al
TAR, chiedendone l'immediata sospensione, i provvedimenti di
abbattimento di cinghiali o altri mammiferi selvatici
ritenuti nocivi, i quali provvedimenti dovessero applicare
la legge sospetta di illegittimità.
Ben farebbe il legislatore regionale, invece di emanare
norme gravemente sospette di incostituzionalità, come ha
fatto anche nel corso di recenti provvedimenti legislativi,
a riportare nell'alveo della legalità l'attività
venatoria in questa regione, abrogando le leggi palesemente
in contrasto con la tutela e la conservazione della fauna ed
adeguando la norma regionale a quella statale.
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